Omosessualità genere maschile e bisogno di padre

Pubblicato in Social news sul numero di giugno-luglio dedicato all'Omosessualità

Nell’esprimere la propria omosessualità, molti uomini esprimono il loro amore per il mondo maschile e per un padre che sentono assente. Rinchiudere questo amore dentro lo schema rigido di un’identità predefinita impoverisce ancora di più le potenzialità del genere maschile. Solo la libera ricerca di quanto il proprio orientamento, omosessuale o eterosessuale, possa arricchire e dare senso alla propria vita, può invece contribuire alla felicità personale.

Spesso nel dibattito pubblico, che avviene soprattutto sui media, la questione dell’omosessualità viene affrontata in modo semplicistico e riduttivo. Da una parte c’è chi ritiene l’omosessualità una forma di perversione, una malattia che debba essere curata perché chi ne soffre possa finalmente conseguire una sessualità normale, dall’altra c’è chi afferma che l’omosessualità è un genere a se stante, del tutto equivalente, dal punto di vista psicologico e emotivo, all’eterosessualità. Entrambe le posizioni esprimono un approccio ideologico al problema, approccio che risponde più al bisogno di sicurezza di chi parla, che a uno sguardo scientifico sul fenomeno indagato. Come ricorda Michel Foucault nella sua Storia della sessualità, i Greci dell’epoca classica non contrapponevano, come due tipi di comportamento radicalmente diversi, l’amore per il proprio sesso e quello per l’altro. Piuttosto quello che contava per loro, dal punto di vista morale era la differenza tra un uomo temperante e padrone di sé e un uomo che si abbandona ai piaceri. Per comprendere la psicologia dei Greci la nozione di omosessualità si rivela pertanto del tutto inadeguata...
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