Paolo Mombelli su Città& Dintorni

Paolo Mombelli*
Un saggio importante di Paolo Ferliga  dal punto di vista teorico e clinico
Attraverso il senso di colpa, per una terapia dell’anima

Città & Dintorni, n. 101, maggio-agosto 2010

La nostra è una società che ha liquidato il senso di colpa. O quantomeno mette in atto diversi tentativi e svariate modalità per raggiungere l’obiettivo. Il diniego della colpa e del sentimento ad essa collegato, apre, all’interno della società, un vuoto di senso che favorisce la diffusione del nichilismo (una visione orizzontale della vita che si conclude nel nulla), del relativismo (l’assenza di valori fondamentali, necessari e necessitanti, condivisibili e condivisi), del narcisismo (la chiusura dell’individuo alla reciprocità dello sguardo con gli altri individui, che è l’unico atteggiamento in grado di definirci in maniera ricca e piena).
Attraverso il senso di colpa. Per una terapia dell’anima (ed. San Paolo) il nuovo libro di Paolo Ferliga, apre con queste considerazioni, e da esse rilancia per dimostrare l’importanza, nella vita di ciascuno di noi, del senso di colpa. Tale importanza  viene trattata ed argomentata attraverso un’analisi sistematica, psicologicamente colta e rigorosa, ma nello stesso tempo in grado di attraversare numerosi ambiti del sapere. Ritengo che questa apertura “euristica”ai portati di scienze diverse e difficilmente accostabili, sia uno degli elementi di novità di questo libro rispetto alla maggior parte dei testi di saggistica psicologica, che tendono invece ad attenersi al proprio ambito culturale e semantico. L’altro importante elemento di novità del libro è costituito dall’analisi della colpa non soltanto come colpa individuale, più o meno cosciente, ma anche del carattere archetipico della colpa e del senso di colpa, ontologicamente presenti nella condizione umana e quindi fondamentali per lo sviluppo psichico.
Si inizia con l’analisi del frammento di Anassimandro, il primo testo scritto della filosofia occidentale (VII – VI secolo a.C.) e  della tragedia greca.  Si procede quindi con la Bibbia ( Genesi,  Libro della Sapienza, la  Lettera ai Romani di san Paolo) e poi con sant’Agostino e Martin Lutero. Dai testi antichi, filosofici e sacri, si accede al punto di vista delle neuroscienze, in particolare alle teorie più recenti, quelle che ipotizzano e cercano di dimostrare che le emozioni sono il punto d’incontro tra mente e corpo, e quelle che riconoscono il “carattere plastico” del cervello, concetti in base ai quali lo spazio di libertà dell’uomo può ampliarsi ed arricchirsi grazie ad adeguati e corretti interventi educativi e terapeutici. Lo sguardo si sposta quindi sull’analisi del pensiero freudiano, da Totem e tabù a Considerazioni attuali sulla guerra e la morte e a I delinquenti per senso di colpa, da Lutto e melanconia a L’Io e l’Es e a Il disagio della civiltà . Importante, scientificamente ma anche storicamente, la riproposizione delle riflessioni  di Gaetano Benedetti, lo psichiatra e psicoanalista svizzero che  prima di ogni altro autore ha “esplorato” la connessione tra neurologia e psicoanalisi. Preziose, quasi una teoria nuova in ambito psicoanalitico, le considerazioni che Ferliga propone, superando la teoria dei “neuroni specchio”, riguardo al fenomeno dell’empatia, che non viene vista soltanto come “rispecchiamento emotivo” fondato su basi esclusivamente neurobiologiche, ma come fenomeno che ha dentro di sé un’ulteriorità di senso che deriva dalla storia personale e collettiva degli individui e dall’elaborazione culturale e simbolica che si fa dell’Altro e dell’incontro con l’Altro. Elementi tutti che nella relazione terapeutica trovano una loro applicazione pratica. Il capitolo dedicato al contributo di Melanie Klein a proposito dell’aggressività, dell’angoscia e della creatività, connesse alle fasi iniziali della vita biologica e della vita psichica, consente di approfondire ulteriormente la conoscenza circa l’origine del senso di colpa e la sua utilità nella formazione dell’apparato psichico dell’individuo e nel costituirsi della distinzione tra genere maschile e femminile. Il contributo della Klein viene ulteriormente approfondito ed arricchito dalle considerazioni di un altro psicoanalista, Leòn Grinberg, che a partire dalle caratteristiche persecutorie della colpa nel bambino, con conseguente depressione, propone uno sviluppo ed un superamento della colpa e della depressione attraverso il progressivo prevalere, nella psiche del bambino, di un istinto di vita.
Ferliga a questo punto introduce una visione diversa riguardo al superamento del senso di colpa. Come affermato da Franco Fornari e da Claudio Risé, anche Ferliga insiste sulla figura del padre come colui che consente al bambino, attraverso la frattura dolorosa (“la ferita”) della diade simbiotica madre-figlio, un recupero di distanza dalla colpa e quindi dalla depressione e dall’angoscia. Inoltre, essendo il padre non oggetto ma soggetto d’amore, è colui che può aiutare il bambino ad uscire da relazioni oggettuali inglobanti e fusionali per accedere alla soggettività, cioè all’ Altro e al mondo. La figura del padre però può mancare nella vita del bambino o essere insufficiente a svolgere appieno il proprio ruolo soggettivante. A questo punto interverrebbe l’Archetipo del Padre, cioè il padre interiore che ciascuno di noi porta con sé fin dalla nascita nella profondità feconda dell’inconscio. Il pensiero di Carl Gustav Jung, con la potenza immanente dell’inconscio collettivo o transpersonale, degli Archetipi, cioè delle” immagini originarie”che organizzano il percorso personale di individuazione, accompagna il libro alla conclusione. Il senso di colpa può farci ammalare, fino ad annichilirci. Ma può anche diventare, se lo si accetta e lo si vive, magari aiutati all’interno di un percorso terapeutico, un sentimento che contribuisce in maniera ineludibile e sostanziale a diventare più pienamente se stessi.
Il libro di Paolo Ferliga si presenta dunque come un saggio di psicoanalisi dal respiro culturale ricco e complesso, che contribuisce in modo importante alla riflessione attorno ai temi del profondo e propone una terapia dell’anima di cui oggi avvertiamo sempre più spesso la necessità.

*Psichiatra e psicoterapeuta bresciano